Quanta liquidità conviene tenere nel conto corrente?
Da sempre, gli italiani sono considerati un popolo di risparmiatori. Una virtù che ci distingue e che affonda le radici nella nostra cultura: la prudenza, la famiglia, il “mettere da parte”. Il problema? Ci siamo fermati lì. Siamo lavoratori che seminano, ma non sappiamo far fruttare il raccolto.
⚠️ Il paradosso del risparmio: tanta liquidità, poca strategia
Secondo i dati ABI, oltre 1.600 miliardi di euro sono fermi sui conti correnti. Una cifra che praticamente eguaglia il nostro PIL nazionale.
Questo significa una cosa sola: abbiamo paura di investire.
E le cause sono sempre le stesse:
Percezione distorta del rischio: si teme di perdere, ma non si considera la perdita certa data dall’inflazione.
Home bias: l’ossessione per il “mattone” e il “made in Italy” limita la diversificazione.
Scarsa consulenza: troppi risparmiatori si affidano ancora a chi vende prodotti, non soluzioni.
Il risultato? Soldi fermi, rendimento zero e potere d’acquisto in discesa.
📉 La liquidità come rischio (non come sicurezza)
Molti pensano che tenere i risparmi sul conto corrente equivalga a “zero rischi”.
In realtà, è la scelta più rischiosa nel lungo periodo.
Ecco perché:
Inflazione: con un target BCE al 2%, in 10 anni 100.000 € diventano 78.000 € di potere d’acquisto. La perdita è garantita.
Bail-in: la garanzia sui depositi arriva solo fino a 100.000 €. Il resto è in balia degli eventi.
Patrimoniale silenziosa: l’imposta di bollo sul conto è una patrimoniale annuale che molti ignorano.
Conti non remunerativi: in Europa diverse banche applicano tassi negativi sui depositi. In Italia, per ora, ci “limitiamo” all’erosione invisibile.
🧠 Quanta liquidità tenere davvero
La risposta giusta non è una cifra, ma un metodo. Ogni euro lasciato fermo deve avere una funzione precisa.
La liquidità va suddivisa in tre “cassette”:
Fondo di emergenza: serve per imprevisti e spese straordinarie (6–12 mesi di spese fisse).
Liquidità transazionale: per la gestione delle spese correnti (3–6 mesi di flussi ordinari).
Cash strategico: una quota da mantenere nel portafoglio per cogliere opportunità di mercato in fase di ribasso.
Tutto il resto è capitale “improduttivo” e va messo a lavoro con una pianificazione coerente con obiettivi, orizzonte temporale e propensione al rischio.
🔒La vera sicurezza nasce da una pianificazione, non da un conto pieno
La finanza personale non si basa sul “quanto risparmio”, ma sul come lo gestisco.
Un consulente serio non si limita a proporre strumenti: costruisce una strategia di equilibrio tra sicurezza e rendimento, aiutando il cliente a uscire dalla logica del “conto corrente come cassaforte”.
Perché oggi il vero rischio non è investire. Il vero rischio è restare fermi.